“Siamo timidi, non ce la sentiamo di esprimere i nostri sentimenti davanti a tutti”.
Questa è una delle frasi che si sentono più di frequente nella mia professione. E a ragione. Obiettivamente non è facile stare lì, sotto gli occhi di cento persone (quando non sono ancora di più) e mettere a nudo il proprio cuore. Soprattutto se non si è abituati a parlare in pubblico.
Il momento del rito nuziale viene vissuto così con un crescendo d’ansia. Dal momento in cui ti siedi al tuo posto d’onore davanti al tavolo di celebrazione, parte nella tua testa una specie di conto alla rovescia, fino a quando non arriva il momento delle promesse. Non riesci a goderti il tuo matrimonio, non ti rendi nemmeno conto di quello che sta succedendo attorno a te, perché tutto quello a cui riesci a pensare è “Tra tre minuti tocca a me… due… uno…”.
Ti viene voglia di fare come a scuola, nascondere la testa nello zaino e fingere di cercare qualcosa per non essere chiamata alla lavagna. Ma c’è poco da fare. Il vestito da sposa non ha tasche abbastanza ampie e poi sai benissimo che non servirebbe a niente, perché il matrimonio è il tuo e non c’è la possibilità che il celebrante “interroghi” qualcun altro.
Mentre pensi che potresti fingere uno svenimento o lanciare un allarme bomba per fermare la cerimonia, il momento fatidico è arrivato. Ti rendi conto che ti sei seduta da poco, un istante fa stavi percorrendo la navata al braccio del tuo papà, come è possibile che sia già arrivato il momento delle promesse? Probabilmente hai calcolato male i tempi, ma non c’è tempo per pensarci, perché il celebrante ti sta facendo segnali inequivocabili: è il tuo turno.
Ti alzi e hai gli occhi sbarrati come un gatto in autostrada, il fotografo immortala la tua faccia stravolta mentre cerchi di raccogliere gli ultimi pezzi del tuo autocontrollo, per non fare una figuraccia davanti a tutti. La persona che ami è lì davanti a te, una statua di sale con dipinta in faccia un’ansia ancora più profonda della tua e nel tuo cervello si sente il “beeeeeeeeeep!” dell’elettroencefalogramma piatto.
Tutti ti fissano in attesa e il tempo sembra fermarsi, mentre tu cerchi di ricordare il motivo per cui sei lì. Che dovevi fare? Ah, sì. Le promesse…
Prendi il microfono tremando. Un aggeggio infernale che fa suonare strana la tua voce e non aiuta certo a rendere il momento più rilassante. Lo tieni più lontano possibile da te, come se fosse un serpente velenoso. La voce ti esce bassissima, strozzata, non si sente niente. Nemmeno i testimoni che sono a un metro di distanza riescono a capire una parola, ma in quel momento non ti importa perché la tua priorità è cercare di renderti invisibile.
Tutto quello che puoi fare è leggere più velocemente possibile ciò che hai scritto (ammesso che tu sia riuscita a scrivere qualcosa che ti soddisfa nei giorni precedenti), mangiandoti le parole e sentendoti in apnea, e poi aspettare che l’altro faccia lo stesso, senza nemmeno riuscire a capire cosa sta dicendo perché il rumore del tuo cuore impazzito ti rimbomba nella testa e ti senti ronzare le orecchie. Pochi secondi e siete entrambi di nuovo seduti, a testa bassa.
Se per caso getti lo sguardo verso gli invitati, vedi tante facce inespressive e non riesci a capire se siano contenti, annoiati o perplessi. Forse ti compatiscono, forse stanno rimpiangendo di aver speso tanti soldi per il vestito e per il tuo regalo, di aver fatto tanti km per raggiungere la location, di non essere andati al mare invece di sprecare un sabato d’estate a guardare un pesce rosso (con la faccia dello stesso colore) vestito da sposa che muove le labbra senza far uscire suoni intellegibili.
Se possibile dopo la cerimonia va ancora peggio, perché quella sensazione di paura, ansia e fallimento si è inchiodata nella tua memoria. Non fai che ripensarci, e rivivere quell’incubo.
E pensare che avevi curato tutto di questo matrimonio…
Tutto, sì, tranne un aspetto fondamentale: te.
Se pensi che abbia esagerato con questa descrizione probabilmente non sei una persona timida, non soffri d’ansia e l’idea di aprire il tuo cuore davanti a tutti non ti preoccupa nemmeno un po’. Oppure non hai mai pensato veramente a cosa succede nel momento delle promesse e sei ancora convinta che andrà tutto bene solo perché è il tuo matrimonio e l’universo ti deve un favore. Se invece sei una persona realista o che vuole evitare di rovinarsi il giorno del matrimonio probabilmente ho semplicemente raccontato per iscritto quello che vedi già nella tua mente quando pensi al momento delle promesse.
Non ti ho descritto questo scenario per farti stare male, anzi tutto il contrario. Voglio che tu smetta di colpevolizzarti e attribuire l’ansia da promesse alla tua timidezza o alla tua difficoltà a condividere pensieri intimi davanti a tutti.
Se le promesse nuziali si trasformano in uno show imbarazzante non è colpa della timidezza
La responsabilità è di chi ha scritto la cerimonia. Punto.
Ferma un attimo il film nella tua testa in cui tu stai balbettando davanti a tutti le promesse e vorresti solo scomparire e fai un bel rewind.
Torna indietro nel tempo, al momento in cui la creazione del testo della cerimonia è iniziata.
Chi lo ha scritto ha analizzato a fondo i vostri caratteri? Si è interessato di capire se siete persone che si trovano a loro agio con un microfono in mano? Ha indagato sulla vostra capacità di reggere la tensione? Ha approfondito le vostre paure, ansie e aspettative?
Oppure si è limitato a chiedervi che tipo di cerimonia vi piace, quando vi siete conosciuti, se preferite il rito della sabbia o quello della luce e simili? O nemmeno quello?
Mandiamo un po’ avanti il video dei ricordi… dopo aver analizzato approfonditamente tutti questi aspetti ha creato delle soluzioni su misura? Vi ha spiegato come aveva intenzione di accompagnarvi alle promesse senza farvi sprofondare nella paura e nella timidezza? Ha costruito una scaletta studiata appositamente per voi?
Oppure si è limitato a proporvi una struttura del rito standard, con una sequenza di momenti uguale a quella di migliaia di altre cerimonie perché: “Tanto è un rito nuziale, che ci vorrà mai? Un paio di poesie, due frasi fatte, le promesse, il rito di unione e via…”.
Ancora un po’ avanti… questa persona vi ha fornito indicazioni precise per la stesura delle promesse? Vi ha guidato (entrambi) nella loro creazione? Vi ha dato consigli sulla lunghezza, lo stile e la struttura più adatti a voi?
Oppure vi ha semplicemente consigliato di “scrivere quello che sentite” o di prendere ispirazione da quelle della chiesa o da film, canzoni e serie tv? Per carità, bellissimi spunti, ma nel tuo caso non è il miglior consiglio, perché ti trovi a dire davanti a tutti parole che non sono le tue ed è ancora peggio.
Quando si scrive il testo della cerimonia bisogna tenere presenti tantissimi fattori e strutturare il rito in modo adeguato, per risolvere o minimizzare il punti critici.
Se l’hai scritto da sola, senza imparare da un esperto come scrivere una cerimonia nuziale in autonomia, non puoi ovviamente biasimare nessun altro. E lo stesso dicasi se hai sottovalutato il problema e hai lasciato carta bianca al sindaco o al tuo amico incaricato di celebrare. Né tu né loro avete le necessarie competenze tecniche.
Il sindaco non ha tempo da perdere a scrivere un rito su misura per te, non è il suo lavoro e non è tenuto a farlo. Il tuo amico, pur con tutta la buona volontà, non sa che pesci pigliare. Entrambi possono leggere un testo, ma non scriverlo.
Purtroppo non c’è modo di indorare la pillola, sottovalutare la cerimonia è un errore che costa caro. La punizione è trasformare il momento che dovrebbe essere il più bello della tua vita in una figuraccia indimenticabile.
Ovviamente il tuo carattere non può essere cambiato e nessuno vuole farlo. Se sei timida avrai comunque le guance rosse, gli occhi lucidi e un tremito nella voce. Ma con i giusti accorgimenti nel testo della cerimonia arriverai al momento serenamente, con emozione ma senza ansia, felice di condividere quello che senti con semplicità e sincerità.
È questo che trasforma un rito imbarazzante in una cerimonia indimenticabile e coinvolgente.
Non è l’unico aspetto ovviamente, ci sono mille dettagli a cui fare attenzione. Una cerimonia ben fatta è composta in media da 27 parti diverse (le promesse sono solo una di queste) e serve competenza per prendersi cura di tutto.
Del resto hai scelto dei professionisti per il servizio fotografico, il catering, la musica, l’allestimento floreale e tutti gli altri ambiti del matrimonio. Perché non dovresti fare lo stesso per il “narratore” (tecnicamente wedding copywriter specializzato in riti nuziali laici) della tua cerimonia?
Le promesse nuziali dovrebbero essere un ricordo meraviglioso, non un tormento!
Nella mia statistica personale, che ritengo decisamente attendibile viste le centinaia di cerimonie che ho scritto e celebrato, quasi l’80% delle coppie è terrorizzato all’idea di dire le promesse e un buon 10% pensa addirittura di eliminarle dalla cerimonia o scambiarsele per iscritto. Il che è un po’ come tagliarsi la testa per farsi passare il mal di gola…
La causa di questi timori? Non sapere che esiste un modo per risolvere il problema.
Finora probabilmente pensavi lo stesso anche tu, ma ora che hai letto questo articolo sai che una soluzione c’è e ce l’hai proprio davanti.
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